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Cosa sono i bias?

Essere umani significa avere dei bias.

Dichiarare “io non ho bias” equivale a dire che il nostro cervello non funziona nel modo giusto.

I bias sono delle preferenze che nascono da un problema di capacità del nostro cervello. In pratica, dicono le ricerche, assorbiamo non meno di 11 milioni di informazioni al secondo ma ne possiamo elaborare in maniera cosciente solo quaranta.

È per far fronte a questo limite che il nostro cervello crea scorciatoie per dare significato alle informazioni che assorbiamo senza che noi ce ne rendiamo conto.

L’impatto dei bias nelle politiche di Diversità e Inclusione

Queste scorciatoie, se da una parte sono una manna perché ci permettono di prendere decisioni rapide senza dover considerare ogni singolo dettaglio, dall’altra possono indurci a distorcere i fatti, provocare pregiudizi e quindi limitare le nostre possibilità di scelta oltre che le nostre performance. Non solo, ahimè, ci inducono anche a discriminare le persone.

Cosa devi sapere sui bias consci e inconsci

Prima cosa: non c’è da vergognarsi ad avere un bias inconscio. Abbiamo visto che sono un elemento naturale della condizione umana.

Talvolta siamo consapevoli della loro esistenza (bias consci) e talvolta no (bias inconsci).

Nella nostra azienda preferiamo assumere venditori estroversi“. Questa dichiarazione che ho sentito fare a un nutrito numero di manager è un esempio di bias conscio. Peccato però che le ricerche non abbiano riscontrato nessuna correlazione tra risultati nelle vendite ed estroversione nella personalità. Curioso, vero?

Il pericolo maggiore però sta nei bias inconsci, detti anche impliciti. Quelli di cui non siamo consapevoli. e che riguardano il più delle volte l’identità di genere, l’etnia, l’età, lo status socio economico, l’orientamento sessuale, la cultura, il peso o persino l’avere o non avere una scrivania ordinata.

Tre cose che puoi fare per superare i tuoi bias e promuovere la DEI

La buona notizia è che il nostro cervello è sintonizzato non solo sulle nostre preferenze, ma anche sul cambiamento e la crescita. Ci vuole tempo e uno sforzo consapevole per creare nuovi modi di pensare e nuovi comportamenti e per farlo serve iniziare da queste tre azioni:

IDENTIFICA I TUOI PREGIUDIZI

Impegnati per scoprire quali sono e il legame che c’è tra essi e la tua identità. Poi vai oltre le tue esperienze e prendi in considerazione in modo autentico quelle di chi ti sta intorno

COLTIVA RELAZIONI

Se impari a connetterti con gli altri in modo efficace resterai sorpreso di ciò che potrai apprendere. Coltiva legami significativi esercitando l’empatia e la curiosità sana.

IMPEGNATI CON CORAGGIO

Conta fino a tre prima di trarre conclusioni affrettate. Con coraggio esercita l’ascolto autentico per cogliere sfumature e connessioni nel dialogo che instauri con il tuo interlocutore.

Se sei ancora scettico nei riguardi dell’importanza di promuovere politiche DEI nelle organizzazioni e di quanto sia fondamentale prima di tutto diventare consapevoli dei nostri bias impliciti, ti invitiamo ad approfondire l’argomento con la lettura di Unconscious Bias di Pamela Fuller (vedi nota a piè di pagina). Quando l’avrai letto è probabile che ti sentirai autorizzato anche tu a mostrare un po’ della tua vulnerabilità.

Fonte

Pamela Fuller con Mark Murphy e Anne Chow, Unconscious Bias. Una guida per i leader. Comprendere i Bias per liberare il nostro potenziale, ed. Franco Angeli, 2021
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